Tratto da “Dalla vita di un alpinista” di Julius Kugy
“Visto da nord, dalla Saisera, il Montasio si aderge con pareti spaventevoli. E’ una visione che soggioga, che bisogna vedere, che nessuna descrizione può ridare. Quante volte mi sono sdraiato sul praticello davanti alla capanna Saisera, a riposare e sognare, a guardarlo come si guarda il Cervino dai pascoli del Breil. E quale spettacolo quando lo scirocco fasciava le creste di vele nere e trasformava la montagna in un severo trono di nuvole! Specialmente bello lo vedevo quando, dormendo nella Saisera, mi destavo ai suoi piedi. Allora, nel gioco delle luci mattutine, quel colosso assumeva una grandezza di sogno. La torre settentrionale è vicina al Jof, sicchè s’indovina soltanto la forcella rossa che si vede invece così bene da Dogna. In genere non si distingue la formazione delle vette, bensì un mondo meraviglioso di pareti e sopra, a un’altezza da farci reclinare il capo, un tozzo dorso d’elefante. Tuttavia non se n’ha un’impressione di pesantezza, v’è sufficiente vita e movimento. A destra scende, oltre la spalla di nordest, una cresta turrita, come quella di un drago gigantesco, che dà al Montasio, visto dalle Dolomiti e dai Tauri, appunto quella fantastica forma di drago che molti hanno notata. L’ho battezzata perciò la cresta del Drago.”
"Al vertice meridionale del triangolo, nel punto dove la valle si restringe, si trova il villaggio di Valbruna. Pochi decenni fa era ancora un povero agglomerato di casupole tra le quali passava una stradetta dal fondo diseguale. La guerra finì col distruggerlo dalle fondamenta, ma rinacque più bello, accogliente e pulito di quanto non fosse mai stato. Oggi appare così ridente, così naturalmente inserito nell'ambiente circostante che quando lo si vede, arrivando dalla stazione ferroviaria o dalla strada di Ugovizza, non si può fare a meno, come succede a me, di considerarlo un piccolo paese di sogno e mentre ti avvicini sembra proprio dire affabilmente: ''Grüss Gott"
www.maca.tours